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storia

Storia della RetrOfficina

Un po' di ricordi, finché me li ricordo

Gli inizi: ognun per sé, Dio per tutti

Tutto inizia quando visitai il “Museo Interattivo del Calcolo”, un piccolo museo ospitato all'interno delle mie (ex) scuole medie curato da un professore di matematica oramai in pensione [peraltro ex insegnante della nostra professoressa di matematica del liceo]. Nei mesi successivi riuscii a ritagliare nel garage un angolo dove poter armeggiare con pezzi di computer e aggeggi elettronici [foto a destra] e in contemporanea ho cominciato a pescare vetusti trespoli qua e là [si intravedono l'Olivetti PC 128, un IBM PS/2 ed un portatile Compaq].

~ giulio

Gli inizi: come una vocazione

La mia passione per i retrocomputer nacque mentre (non) seguivo gli incontri parrocchiali: per le attività extrareligiose, il parroco aveva messo a disposizione dei ragazzi del catechismo il vecchio, freddo, umido e ostile cenacolo, nel quale inspiegabilmente c'era una nicchia a muro/armadio, nel quale era stato abbandonato un Amstrad CPC 464, con tanto di accessori, riviste e cassette. Eravamo già nel Terzo Millennio da qualche anno, e i ragazzetti più fortunati avevano già il loro telefonino cellulare, e si facevano fighi col Bluetooth, mentre io, sprovvisto di tale moderno apparato, guadagnavo popolarità perché avevo letto qualcosa sul BASIC sull'Enciclopedia Curcio sul BASIC, ed ero l'unico bambino a sapere come si giocava con uno schermo verde e nero e con delle cassette.

~ giomba

storia.txt · Ultima modifica: 2017/12/19 16:12 da giomba